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Depressione: il ruolo del Pessimismo

Depressione: il ruolo del Pessimismo - La Psicologa delle Ragazze

 

Sarà capitato a tutti di aver provato dei momenti di tristezza e abbattimento nella propria vita, anzi, probabilmente sono inevitabili. Spesso però non è facile definire dove finisce la tristezza e inizi la depressione.

 

Per alcune persone la depressione è un’esperienza rara, che può sopraggiungere a seguito di un’esperienza negativa, quando si perdono gran parte delle speranze.

 

 

Per altri è uno stato più familiare che affligge dopo ogni sconfitta. Per altri è una fedele compagna di vita che priva della gioia di vivere anche nei tempi migliori e getta nello sconforto più nero nei momenti più difficili.

 

Si può parlare di depressione quando l’umore è particolarmente basso per un periodo abbastanza lungo di tempo, quando si sta male e non si riesce più a svolgere al meglio le normali attività quotidiane.

 

In genere, la persona che soffre di depressione può provare alcuni di questi sintomi: 

  

- Tristezza, abbattimento, quasi ogni giorno; 

- Perdita di interesse e di piacere nei confronti di attività che prima piacevano; 

- Senso di colpa eccessivo; 

- Senso di vuoto, di valere poco; 

- Difficoltà a concentrarsi; 

- Aumento o diminuzione del sonno; 

- Cambiamenti nell’appetito (aumenta o diminuisce); 

- Agitazione, irrequietezza o, al contrario, rallentamento motorio; 

- Pensieri negativi ricorrenti 

 

La depressione insorge a causa di alcuni fattori combinati tra di loro: genetici e familiari, biologici, psico-sociali.

Tra le diverse cause psicologiche, approfondiamo il ruolo del pessimismo nel facilitare l’insorgere della depressione.

 

Martin Seligman, uno psicologo statunitense, ha studiato a lungo gli effetti di uno stile di pensiero pessimistico nel favorire la depressione.

 

I pessimisti tendono a credere che gli eventi negativi durino molto tempo, rovinino tutto e siano la conseguenza di proprie colpe. Alla base del pessimismo vi è un fenomeno definito impotenza appresa: uno stato psicologico in cui niente di ciò che si decide di fare ha un effetto su ciò che ci accade.

 

L’impotenza appresa è la reazione di rinuncia che è conseguente al credere che qualsiasi cosa si possa fare non sia importante. Lo stile esplicativo è il modo in cui abitualmente si spiega a noi stessi perché accadono gli eventi. È il grande modulatore dell’impotenza appresa.

 

Uno stile esplicativo ottimistico interrompe lo stadio di impotenza, mentre uno stile esplicativo pessimistico lo diffonde. Il modo in cui spieghiamo a noi stessi gli eventi può rendere impotenti oppure dare forza di fronte ad un’avversità.

 

 

Lo stile esplicativo e la sua importanza

 

Martin Seligman arrivò a teorizzare lo stile esplicativo come l’insieme delle abitudini esplicative di ogni singolo individuo, il modo in cui ognuno di noi impara e si abitua a descrivere le motivazioni e le situazioni che gli capitano.

Osservando i pensieri, nelle persone che si arrendono facilmente spesso si trovano idee del tipo è colpa mia, durerà per sempre, andrà tutto male.

 

Al contrario le idee che caratterizzano le persone che riescono a reagire meglio sono è colpa delle circostanze, passerà presto, ci sono altre cose nella vita.

 

Lo stile esplicativo viene così teorizzato come l’abitudine di pensiero che si apprende nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo stile è quello che ci qualifica come ottimisti o pessimisti.

 

Seligman teorizza, inoltre, tre caratteristiche dello stile esplicativo: permanenza, pervasività e personalizzazione.

 

 

Permanenza

 

Le persone che si arrendono facilmente credono che le cause degli eventi negativi che capitano loro siano permanenti. Pensano che tali eventi dureranno per sempre e che incideranno permanentemente sulla loro vita.

Le persone che resistono all’impotenza tendono a credere che le cause degli eventi negativi siano temporanee.

Se si pensa agli eventi in termini di sempre e mai e si vedono come elementi costanti, si ha uno stile pessimistico; se si giudicano con aggettivi e si attribuiscono a condizioni temporanee, si ha uno stile ottimistico.

 

 

Pervasività: specifica e universale

 

Se la permanenza riguarda il tempo, la pervasività riguarda lo spazio. Alcune persone riescono letteralmente a chiudere in un cassetto i loro problemi e ad andare avanti quando subiscono un’avversità in un campo importante della loro vita, ad esempio il lavoro o un legame affettivo. Altre soffrono per ogni cosa, fanno di tutto una catastrofe. Quando un aspetto della loro vita fallisce tutto va in rovina.

 

Questo spesso significa che le persone che danno spiegazioni universali ai loro fallimenti, quando esprimono un insuccesso in un’area, si arrendono anche su ogni altra cosa.

Viceversa le persone che tendono a dare spiegazioni specifiche possono diventare impotenti nel campo in cui hanno sperimentato l’insuccesso, ma mantenersi attive e risolute in altri ambiti della vita.

 

La dimensione della permanenza determina per quanto tempo una persona si arrende. Le spiegazioni permanenti degli eventi negativi producono un’impotenza che dura a lungo, mentre le spiegazioni temporanee generano la capacità di recupero.

 

La seconda predizione, relativa alla pervasività, chiarisce come spiegazioni universali producono impotenza in molte situazioni, mentre le spiegazioni specifiche generano impotenza solo nell’area in cui il soggetto è in difficoltà.

 

 

Personalizzazione: interna e esterna

 

Il terzo aspetto dello stile esplicativo è la personalizzazione. Per personalizzazione si identifica la capacità degli individui di attribuire a se stessi le capacità di avere il controllo sugli eventi che capitano. L’attribuire il valore del risultato a delle proprie capacità e non agli altri o al caso.

 

 

Secondo la teoria di Seligman, uno specifico training che permetta alle persone di imparare uno stile esplicativo corretto, cioè ottimistico, sta alla base non solo di una valida terapia della depressione ma anche un modo efficace di fare prevenzione sulla possibilità che gli individui incappino in una depressione. Come è possibile apprendere l’impotenza, è così possibile imparare l’ottimismo, base di uno stile esplicativo efficace.

 

 

 

 

 

 

Fonti e Letture consigliate:

 

Martin Seligman, Imparare l’ottimismo. Giunti

 

 

 

 

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